ZURIGO: La 4×100 donne azzurra ci riprova, Merritt prende la rivincita su Van Niekerk

4x100 pechinoLa penultima tappa di Diamond Legue di Zurigo ha il sapore di un appuntamento per concedere le rivincite mondiali a chi ha sfiorato l’oro iridato senza raggiungerlo o per concretizzare ancora di più il diritto alla corona.

Partendo in ordine cronologico con la bella serata svizzera, chi ha subito impressionato è stato il giovane campione del mondo Shawnacy Barber, il rosso saltatore con l’asta, che non ancora soddisfatto della sua stagione ha vinto stabilendo il nuovo PB di 5,92m, per poi tentare l’attacco al muro con 6,01m, appuntamento però rimandato.

Si ribalta invece il podio maschile del lancio del disco, con Piotr Malachowski che ha ceduto il passo al bronzo di Pechino Robert Urbanek, il quale con la misura di 65,78m ha superato il suo collega e connazionale di 74cm.



Ha continuato a fare imperterrita nella sua striscia di vittorie la lanciatrice di peso Christina Schwanitz; al secondo lancio piazza un 19,91m che poteva essere battuto dalle principali avversarie, come Michelle Carter e Anita Marton, ma così non è stato.

Una piccola rivincita condita di PB e NR se l’è presa Ivana Spanovic. La gara di lungo femminile non decolla subito, Tianna Bartoletta si è concessa solo il primo ed il terzo salto, quando la Spanovic ha piazzato la zampata a 6,93m, costringendo la Bartoletta a riprovarci. Per un momento stava per ripetersi la finale di Pechino, con la Bartoletta che all’ultimo salto va in testa, questa volta a 6,97m, ma la serba Spanovic ha risposto con tutta a sè stessa saltando 7,02m.

Gran gara, tirata fino alla fine, quella del salto con l’asta donne, dove una volta staccate tutte le altre, Yarisley Silva, Fabiana Murer e Nikoleta Kiriakopoulou sono andate in fuga fino ai 4,72m, misura saltata da Silva e Murer, con la Kiriakopoulou che, dopo un errore, ha deciso di andare a 4.77m, scelta che si è rivelata vincente. La greca, saltando 4,77m ha così lasciato indietro Murer e Silva, le quali senza successo hanno dato l’arrembaggio a 4,82.



E’ tornata a vincere anche la Primatista del Mondo del lancio del giavellotto Barbora Spotakova, che trova una gara migliore rispetto a Pechino, andando ad infilzare il suo attrezzo a 64,31m.

Ha continuato a vincere anche Zuzana Hejnova sui 400Hs con 54”47, così come Sergey Shubenkov nei 100hs, vinti davanti ad Oliver ed Ortega con crono di 13”14.

Gara all’ultimo centimetro nel salto il lungo maschile dove Greg Rutherford questa volta la spunta sulla seconda miglior misura. Marquis Dandy era andato in testa con 8,32m, salto poi pareggiato dal Campione Mondiale che vantava già un 8,27m in seconda prova che gli ha regalato la vittoria.

Finalmente Mutaz Essa Barshim torna a vincere, anche se le misure e la leggerezza dell’anno scorso sembrano un poco fiaccate. 2,32m la misura dell’airone del Qatar, davanti al 2,30m di Bohdan Bondarenko, a pari del cinese rivelazione Guowei Zhang. Lontano Gianmarco Tamberi, che ha chiuso la sua gara con la misura di 2,23m.



Finisce quattordicesimo il campione del mondo dei 3000 siepi Ezekiel Kemboi, lontano dalle posizioni che contano, con i suoi colleghi del Kenya Paul Koech e Jairus Birech che hanno guidato l’attacco alla linea del traguardo, tagliata da Koech in 8’10”24.

Vince ancora con una gran partenza da vera sprinter breve Shally Ann Fraser Pryce, che non spinge come nella capitale cinese ma capitalizza al massimo il suo meritato diamante con un 100m chiuso in 10”93 davanti alla nigeriana Blessing Okagbare.

Sfida che odora di rivincita quella dei 400m uomini, dove LaShawn Merritt non ha permesso a Wayde Van Niekerk di prendere subito la testa come a Pechino. Il velocista americano è infatti partito fortissimo andando subito avanti e trascinando dietro di sè Niekerk e Kirani James. A 30m dall’arrivo Van Niekerk ha iniziato una rimonta troppo posticipata, con Merritt che è riuscito a tenere fino in  fondo tallonato da James. Tempi: Merritt 44”18, James 44”28, Van Niekerk 44”35.

Niente da fare ancora una volta per Genzebe Dibaba di cui Almaz Ayana sembra rappresentare la criptonite. Schierate sui 3000m, Ayana ha dimostrato fin da subito la propria superiorità, mostrando un copione simile alla finale dei 5000m. Ayana ha prevalso di 4 secondi sulla connazionale etiope con 8’22”34, nuovo MR.

Chiudiamo infine con la 4×100 delle giovani azzurre, ovvero Giulia Riva, Irene Siragusa, Anna Bongiorni e Gloria Hooper, che hanno riprovato a sognare il Record Italiano, avvicinato di due decimi a Pechino. Questa volta il crono è più alto, ovvero 43”78, ma si può continuare a lavorare. In testa a tutte ancora la Giamaica davanti agli USA: 41”60 VS 41”83.

Foto Giancarlo Colombo/FIDAL

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