STORIE : Yolanda Gail Devers, la volontà oltre la malattia

GailDeversYolanda Gail Devers nasce a Seattle il 19 novembre del 1966. Sin da piccola è attirata dall’atletica, praticata dal fratello Parenthesis, finchè non si convince a provare, esordendo come quattrocentista e ottocentista.

La sua pratica prosegue sul giro della morte e sul doppio giro fin quando si iscrive alla UCLA, momento in cui viene notata da Bob Kersee, che convince Yolanda a passare alle brevi distanze con e senza ostacoli.

I Progressi della giovane Yolanda sono precisi e costanti, tanto che si presenta nel 1987 ai Giochi Panamericani di Indianapolis, schierandosi sui 100 m. Con grande sorpresa, la Devers si aggiudica la gara, coprendo il rettilineo in 11″14 e venendo subito presa in considerazione come atleta da schierare alle olimpiadi del 1988 di Seul.

Purtroppo, l’atleta americana da un po di tempo percepisce forti emicranie, cali di vista e spossatezza, cosa che sembra più patologica che semplicemente un malore sporadico.
yolandagaildeversPur minata da questo senso di stanchezza, Yolanda parte per la Corea, schierata non sui 100, bensì sui 100 hs. La malattia si fa sentire per la velocista americana, la quale riesce a superare la prima fase eliminatoria ma non la semifinale, dove finisce la propria gara in 13″51.

Stanca e provata, al ritorno dalla Corea il suo stato di salute subisce un brusco aggravamento, passando improvvisamente da 56 a 39 kg; i medici gli prescrivono un lungo periodo di riposo e, dopo quasi due anni di analisi e il rischio di perdita di un piede, alla Gail Devers viene diagnosticato il morbo di Graves, una rara disfunzione tiroidea che dà forti mal di testa, perdita progressiva della vista e dei capelli, difficoltà nel dormire e nell’articolare il linguaggio.

La vita di Yolanda Gail Davers prende improvvisamente una piega diversa: come affrontare questo nemico degenerativo senza lasciarsi prendere dalla disperazione e dallo sconforto?

Incredibilmente, in due anni di terapia e di ritrovati allenamenti, Yolanda riesce a tornare in forma, riuscendo oltretutto a strappare il pass per i mondiali di Tokyo del 1991 vincendo il titolo USA nei 100hs.

La sua presenza a Tokyo è già successo per la velocista, che si presenta sui blocchi serena e felice, soprattutto di poter fare ciò desidera: correre.

gaildeversnailsLa partenza delle Devers è veloce ed efficace, riuscendo a passare gli ostacoli con facilità e precisione, giungendo al traguardo solo dopo la russa Ludmila Viktorovna Narozhilenko. La gioia per questo argento iridato dà un’infusione di gioia e speranza a Yolanda, che ancora con la bandiera degli USA sulle spalle inizia a pensare alla rassegna olimpica di Barcellona 1992.

Dopo un anno di allenamenti e controlli sul suo stato di salute, Yolanda Gail Denvers arriva al Montjuic come papabile atleta da podio, sia nei 100 che nei 100 hs; le fasi eliminatorie dei 100 sono tranquille e controllate, preludio di quella che si prospettava una grande finale. Dallo sparo all’arrivo passarono solo 10″82 secondi, tempo della prima donna a passare l’arrivo, lasciandosi dietro cinque atlete nello spazio di 6 centesimi di secondo; la prima fu proprio la Gail Davers, che col sopracitato tempo di 10″82, strappa l’oro e batte di un centesimo la giamaicana Juliet Cuthbert. Finalmente, la simpatica e sorridente velocista può gioire veramente, con l’oro olimpico al collo.

 

 

Lo spazio per i festeggiamenti viene però subito messo da parte per la finale dei 100hs, gara effettuata magistralmente e sempre al comando, il tutto fino all’ultima barriera, dove Yolanda cade e viene superata dalle altre, riuscendo ad agguantare solo la quinta posizione. Purtroppo questa beffa prelude il secondo oro alla Devers, che comunque torna a casa con un alloro olimpico e con ancora tante gare da correre e da vincere, preparandosi all’affollatissimo programma del 1993: campionati mondiali indoor e outdoor.

Gail DeversQuesto importantissimo anno di competizioni iridate è una manna di medaglie per la Gail Devers: sbaraglia la concorrenza ai mondiali indoor di Toronto sui 60 m, stabilendo il record dei campionati con 6″95, stessa sorte per i suoi avversari ai campionati outdoor, dove le medaglie della Davers sono ben tre: oro nei 100 m col record dei campionati ( 10″82), oro nei 100 hs col record Americano ( 12″46) e, per concludere, l’argento con la 4×100, il tutto coronato dal grande sorriso e le bizzarre unghie lunghissime della Davers.

Il 1994 è un anno morto per le rassegne internazionali, anno buono per allenarsi, mantenere la forma e tenere a bada la malattia che opprime da Davers, la quale si prepara ai mondiali di Goteborg 1995, mondiali che la Gail Devers dedica soltanto agli ostacoli, e che senza problemi fa suoi, correndo in 12″68, 12 centesimi prima della seconda classificata.

L’anno dopo, l’America apre le porte alle Olimpiadi, più precisamente ad Atlanta, città in cui Gail Devers arriva questa volta come favorita. Sulla sua strada però c’è la giamaicana Marlene Ottey, fortissima e determinatissima a prendersi l’oro. Le due atlete nella finale dei 100 m si danno battaglia, giungendo al traguardo nello stesso tempo di 10″94. Dopo qualche attimo di grande trepidazione, il tabellone fa segnare la vittoria ai millesimi della Davers che riesce così a bissare l’oro di Barcellona, oro che non resterà da solo, perchè verrà poi accompagnato da quello vinto nella 4×100, arricchendo ancora di più il medagliere della ragazza di Seattle.

Nessuno riesce a fermare la velocista USA, che continua a mietere vittorie internazionali come se fosse imbattibile; si porta a casa anche l’oro ai mondiali indoor del 1997 sui 60 m e, sempre nel 1997, ai mondiali di Atene outdoor, vince la 4×100. Medaglia iridata indoor che non riuscirà a bissare nel 1999 a Maebashi, classificandosi seconda, ma finalmente ottiene dopo diversi anni una nuova medaglia nei 100 hs, più precisamente la medaglia di campione del mondo a Siviglia.

L’età e l’arrivo di nuove avversarie inizia a minare lo strapotere della Davers che, dopo la squalifica alle olimpiadi del 2000, strappa un argento ai mondiali di Edmonton sui 100 hs del 2001; ostacoli che gli riservano comunque una ulteriore gioia ai mondiali indoor dei 2003 a Birmingham, nella quale trionfa con 7″81 sui 60 hs.

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Nel 2004, Yolanda Gail Davers decide di uscire dalle grandi competizioni internazionali ( dopo aver vinto un altro titolo mondiale sui 60 m indoor), non prima però di aver partecipato alla sua quinta olimpiade, che si terrà ad Atene dove verrà schierata sia nei 100 che nei 100 hs. L’ultima avventura olimpica della Davers si blocca in semifinale sui 100m e con la squalifica nei 100hs ma serenamente, la velocista americana accetta il verdetto, sicura di aver dato tanto al suo paese a a se stessa.

Ad oggi, Yolanda Gail Davers continua a gareggiare per diletto, gestendo la sua fondazione per opere di carità, e dimostrando come, pur minati da gravi malattie, si possa riuscire ad ottenere risultati, grazie al duro lavoro e al sacrificio.

8 commenti su “STORIE : Yolanda Gail Devers, la volontà oltre la malattia

  1. Sono le storie come la sua che dopo un allenamento andato male o un infortunio ti danno la forza di rialzarti e andare avanti più forte di prima!

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