STORIE : Emil Zatopek, la locomotiva umana

Emil Zatopek nacque il 19 Settembre 1922 a Koprivinice, in Cecoslovacchia, nella regione della Moravia (l’attuale Repubblica Ceca) Crebbe in una famiglia numerosa (Emil era il sesto di 8 figli) e abbastanza povera, sostenuta dal padre che faceva il calzolaio.

All’età di 16 anni iniziò a lavorare per la fabbrica di scarpe Bata, la quale nel 1940 organizzò una corsa su strada. Il giovane Emil non aveva mai gareggiato e non aveva intenzione di partecipare alla gara ma fu convinto (quasi obbligato) dal suo datore di lavoro a partecipare. Nonostante non avesse mai corso, arrivò secondo e prese seriamente in considerazione l’idea di dedicarsi alla corsa, che col passare degli anni diventò una passione che continuò a coltivare allenandosi nei pochi ritagli di tempo libero che il lavoro gli permetteva (a volte correva anche di notte) e gareggiando nelle poche gare su strada che la Cecoslovacchia offriva, ma fino a quel momento la corsa per lui era solo uno svago.

Iniziò a capire di avere una predisposizione per la corsa all’età di 20 anni, ma la seconda guerra mondiale (venne arruolato nel 1942) e l’occupazione tedesca della Cecoslovacchia non gli permisero di poter iniziare una carriera. Infatti la sua carriera é durata solo 10 anni: dal 1946 al 1956. Dai 24 ai 34 anni.

Anche durante il suo periodo da militare Emil non rinunciò alla corsa, anzi fu proprio qui che iniziò ad allenarsi seriamente, effettuando allenamenti mostruosi in ogni tipo di terreno, arrivando a correre anche 4 ore al giorno con qualsiasi condizione meteo e in qualsiasi momento della giornata. Riguardo agli allenamenti, Zatopek fu precursore dell’interval training, cioè le ripetute di 400 metri intervallate da 200 metri di recupero. Metodo di allenamento oggi molto utilizzato dai mezzofondisti.

Nel 1944, tornato dal periodo di militare, tornò finalmente a gareggiare, stabilendo i record nazionali nei 2000, 3000 e 5000. Ma fu durante gli europei di Oslo 1946 che Emil Zatopek si segnalò a livello internazionale, arrivando quinto nei 5000 e migliorando di 25 secondi il suo record nazionale (14’25”). Da qui in poi la sua carriera fu tutta un crescendo di successi: alle Olimpiadi di Londra 1948, all’età di 26 anni e con pochissima esperienza internazionale, vinse la sua prima medaglia d’oro nei 10000 metri e ottenne un’argento nei 5000. L’anno seguente, Zátopek infranse il record mondiale dei 10.000 m due volte, migliorandolo in altre tre occasioni nei quattro anni seguenti, fu uno dei primi atleti a scendere sotto i 30 minuti nei 10000. Nel 1950 conquistò 2 medaglie d’oro agli Europei di Bruxelles.

 

 

Dopo tutti questi giorni bui di guerra, bombardamenti, uccisioni, la ripresa delle olimpiadi é stata come il rispuntare del sole. Sono entrato dentro il villaggio olimpico e improvvisamente non c’erano più frontiere e barriere. Ma gente di tutte le nazionalità che si incontravano. Uomini e donne che avevano perso 5 anni di vita erano di nuovo li.”

Nel 1952 alle Olimpiadi di Helsinki, Emil realizzò l’impossibile. Dopo aver vinto l’oro nei 10000 e 5000 con tanto di record olimpico, decise all’ultimo momento di partecipare alla maratona (senza averne mai corsa una!) vincendo contro il favorito Jim Peters, il quale si ritirò a causa del ritmo forsennato da egli stesso imposto per la paura di perdere contro Zatopek, che concluse trionfalmente la gara battendo il precedente record olimpico di più di 6 minuti. Prima che arrivò il secondo maratoneta, Zatopek aveva già abbracciato la moglie, cambiato i vestiti e mangiato una mela. Per Zatopek era quindi il terzo oro e il terzo record olimpico in soli 7 giorni. Un’impresa leggendaria che probabilmente non sarà mai eguagliata (almeno per quanto riguarda le lunghe distanze).

Un corridore deve correre con i sogni nel cuore, non con i soldi nelle tasche

Eppure Emil aveva rischiato di non partecipare alle Olimpiadi di Helsinki! Quando la squadra ceca atterrò a Helsinki nel 1952 lui non c’era. Zatopek aveva ingaggiato da tempo un duro braccio di ferro con la sua federazione. La Cecoslovacchia era infatti entrata nell’orbita d’influenza dell’Unione Sovietica. Sebbene fosse iscritto al partito, Zatopek non approvava la politica di escludere dalle selezioni olimpiche gli atleti sospettati di simpatie anti-comuniste. Così quando seppe che il suo amico e compagno di squadra Sebastian Jungwirth non avrebbe potuto unirsi alla squadra e coronare il proprio sogno di sportivo, perché figlio di un dissidente, anche Emil, il miglior atleta ceco, rinunciò alla convocazione. I dirigenti federali fecero allora retromarcia e sia Zatopek che Jungwirth raggiunsero il ritiro ceco con tre giorni di ritardo. Dopo l’apice della sua carriera sportiva, sia Emil che la moglie Diana Zatopkova (giavellottista di tutto rispetto) divennero figure di spicco della dissidenza cecoslovacca.

Lo stile di corsa di Zatopek era tutto il contrario di un bel gesto atletico: correva con la testa piegata indietro, i gomiti vicino al corpo e una costante smorfia di dolore in faccia. Quando i giornalisti gli chiesero il perchè di quella smorfia, rispose semplicemente: ”Sapete, non é ginnastica o pattinaggio artistico” ”potrei imparare ad avere uno stile migliore solo quando si inzierà a giudicare le gare in base alla bellezza dello stile, ma finchè si tratta di una questione di velocità allora la mia attenzione sarà rivolta a vedere quanto velocemente sono in grado di coprire la distanza”. Inoltre era noto per ansimare pesantemente mentre correva, facendo venire i mente il rumore di una locomotiva, fu quindi soprannominato la locomotiva umana. Altri soprannomi erano ”La bestia di Praga” e ”The Czech Express”, entrambi legati al suo modo di correre poco apprezzabile.

Gli anni passavano e Zatopek si avvicinava a fine carriera, nel 1954 vinse il suo ultimo oro agli Europei di Berna nei 10000, mentre nei 5000 si dovette accontentare del bronzo. Nello stesso anno, durante dei meeting internazionali, stabili’ i nuovi record del mondo nei 5000 (13’57”) e 10000 28’54”: fu il primo uomo a infrangere la barriera dei 29 minuti. Tra il 1948 e il 1954 ha vinto per 38 volte di fila i 10000 metri, 11 volte solo nel 1949. Ha realizzato ben 18 record mondiali in varie distanze, comprese tra 5 e 30 km e ha vinto 4 medaglie olimpiche: 3 ori e un argento, oltre alle medaglie degli europei.

Nel 1956, ormai 34enne e operato di ernia, prese parte alle sue ultime olimpiadi, gareggiando nella maratona delle Olimpiadi di Melbourne, che concluse al sesto posto e decise di lasciare le competizioni.

‘Se vuoi vincere qualcosa, corri i 100 metri. Ma se vuoi vivere una vera esperienza, corri una maratona

Dopo l’apice della sua carriera sportiva, sia Emil che la moglie divennero figure di spicco della dissidenza cecoslovacca e furono tra i firmatari del manifesto di Alexander Dubceck, eroe della Primavera di Praga (1968). Dopo l’intervento militare sovietico che pose fine al movimento, anche Zatopek pagò cara la propria indipendenza di pensiero: espulso dalle fila dell’esercito fu costretto a lasciare la capitale e venne confinato tra le montagne della sua terra d’origine. A causa dei problemi con il governo, fu dura per lui trovare lavoro: sopravvisse lavorando come addetto ad una stazione di servizio e poi come minatore. Nella metà degli anni ’70 Zatopek divenne consulente e traduttore del ministero dello sport, ma è solo dopo il 1989, con il crollo del regime comunista, che Zatopek riacquistò la grande dignità nazionale che meritava. Nel 1998 fu premiato dal presidente della Repubblica Ceca con il Leone Bianco, un’importante onorificenza nazionale.

Personaggio nella vita allegro e gioviale, sempre disponibile Emil Zatopek si è definitivamente ritirato dal mondo sportivo nel 1982, per vivere a Praga insieme alla moglie Dana, che l’ha assistito fino al giorno della sua morte avvenuta in ospedale per problemi di salute il 21 novembre 2000.

Il 22 ottobre 2002 nei Giardini del Museo Olimpico di Losanna, in Svizzera, a lui è stata dedicata una statua celebrativa in bronzo.

10 commenti su “STORIE : Emil Zatopek, la locomotiva umana

  1. Non era solo un atleta ma anche un grande uomo non si vede tutti i giorni una persona che rinuncia alla propria convocazione per un amico, questo sì che é un bel gesto.

  2. Di Emil Zatopek ne ho sentito parlare, quasi per caso, durante una conferenza e mi ha incuriosito.
    Ho voluto approfondire la conoscenza di questo atleta che è veramente leggendario e facendo ricerche su Internet ho trovato il vs. sito.
    E’ molto sorprendente anche l’aspetto umano, che non conoscevo affatto, tanto che sarebbe da attribuirgli qualche altra medaglia d’oro per il coraggio di avere sostenuto le proprie idee anche sapendo che ne avrebbe pagato caro le conseguenze.
    R.I.P.

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