Le 4 grandi sfide africane del 2016 da seguire fino a Rio

atleti-africaniNello sport in generale e nell’Atletica specialmente, c’è sempre bisogno di rivalità agonistica, poiché incrementa intrinsecamente l’emozione, sia degli atleti stessi che quella degli appassionati, i quali devono aggrapparsi alle sedie mentre osservano i loro eroi.

In un continente come l’Africa, che si sta riscoprendo polivalente e non solo mezzofondista, molte sono le sfide che si prevedono bollenti in seno all’Africa stessa.

Quali saranno le disfide, tutte africane, che potrebbero accendere la stagione 2016 per culminare alle Olimpiadi?

 

1) Genzebe Dibaba vs Almaz Ayana

L’ultima volta che abbiamo visto uno scontro simile, è stato durante i bei tempi di Meseret Defar e Tirunesh Dibaba, una rivalità che ha portato alle prime due prestazione all-time dei 5000m entrambe fatte nel 2008.

L’anno scorso, sembrava che Almaz Ayana e Genzebe Dibaba stessero per cancellare dall’albo le suddette atlete, dopo aver accettato collettivamente di tentare alla Paris Diamond League. Il primato non cadde e Dibaba Junior si involò sul traguardo, accontentandosi di lasciar dietro Ayana.

Genzebe Dibaba si è però consolata col record mondiale dei 1500m con 3′ 50”07 nei 1500m, anche se il suo obiettivo restano proprio i 5000m della sorella Tirunesh, gara in cui Ayana sembra aver preso molto gusto.

Il brio con cui Ayana ha lasciato Dibaba (data per favorita) nella sua scia ai Campionati del Mondo 2015 è stato strabiliante. 

In questo 2016, anno dei Giochi, speriamo di veder continuare questo agonismo tra le due etiopi e chissà, magari riusciremo a vedere un nuovo primato del mondo.

 

2) Wayde Van Niekerk vs Isaac Makwala

Makwala ha aperto la strada, Van Niekerk l’ha imboccata tingendola d’oro.

La rivalità sportiva tra Wayde Van Nikerk ( Sudafrica) e Isaac Makwala (Botswana) nel giro della morte sta diventando davvero intensa.

Lo scorso anno, Van Niekerk ha battuto il record africano di Makwala  (44”01) alla Paris Diamond League, correndo in 43”96, 24 ore dopo che l’esponente del Botswana si era incoronato re africano dei 400m.

Makwala, che non è certo rimasto a guardare, durante la stagione ha risposto ancora, ritoccando di due decimi il limite continentale: 43”72; ma il bello sarebbe dovuto ancora arrivare.

Nella finale dei 400m a Pechino 2015, Van Niekerk ha sorpreso il mondo correndo in 43”48, ponendosi al 5° posto di sempre,e lasciando diversi decimi dietro il collega del Botswana.

Ad inizio 2016, Van Niekerk non si è certo riposato, tutt’altro: è diventato anche il primo uomo ad avere un sub-44 nei 400m, sub-20 nei 200m e sub-10 nei 100m mentre a Makwala manca il 9”99 sul rettilineo per completare la tripletta.

La strada verso Rio è ancora lunga ed i 400m riservano sempre sorprese, staremo a vedere.

 

3) Julius Yego vs Ihab Abdelrahman

Questa sfida non si gioca sulla pista, bensì sulla pedana del giavellotto, specialità che sta spostando il proprio baricentro lontano dai paesi scandinavi, che da tempi immemori guidano le classifiche.

La realizzazione dell’Africa che lancia si è potuta ammirare molto bene a Pechino, dove il primo ed il secondo posto sono stati occupati rispettivamente da Julius Yego ed Ihab Abdelrahman.

Yego in particolare, ha lasciato tutti attoniti quando il suo giavellotto è volato fino a 92,72m distanze siderali. Se il Keniota Yego ha superato i 90 metri, all’Egiziano Abdelrahman non manca certo molto; il suo PB di 89,21m attende solo di essere battuto.

Yego è stato, a Pechino, il primo keniano a vincere l’oro iridato in un evento non di corsa, confermandosi tra i grandi della specialità, dato che già aveva al suo attivo un 91,39m scagliato alla Birmingham Diamond League. Abdelrahman paga delle prestazioni non sempre stabili, ma se anch’egli riuscisse a varcare la porta dei 90m, la sfida Kenya-Egitto assumerebbe connotati grandiosi.

 

4) Nijel Amos vs David Rudisha 

Tutto è nato sulla pista Olimpica di Londra 2012, quando David Rudisha diventò il primo uomo a correre gli 800m in 100 secondi, fermando il cronometro a 1’40”91. Alle spalle di sua maestà, un Amos stremato giunse sul traguardo senza neanche sapere che aveva fatto la storia a sua volta: 1’41”73, record mondiale junior e terzo posto all-time a fianco di un certo Sebastian Coe.

I due atleti hanno successivamente  vissuto un periodo di vicissitudini: Rudisha infortunato, Amos verso la carriera di DJ.

La rivalità è tornata ardente proprio nell’appena passato 2015, dove i due contendenti si sono studiati attraverso le tappe di Diamond League, per poi far culminare il tutto a Pechino.

Per il titolo mondiale non concorse però Amos, il quale rimase fuori dalla finale per un clamoroso errore tattico, evento che dette un discreto LA alla vittoria di Rudisha, il quale impose su tutti la propria autorità, ”permettendosi” il passaggio lento al primo giro per poi lasciare tutti indietro nella volata finale.

Quest’anno le cose sembrano improntate su un altro binario: Rudisha ormai completamente ripreso dagli infortuni e Amos affamato di vittoria quattro anni dopo l’argento londinese.

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