Sebastian Coe: “La stagione atletica dura troppo poco, bisogna estenderla”

Sebastian CoeL’atletica non è uno sport di punta, viene seguito dai non addetti ai lavori per atleti del calibro di Usain Bolt ma quando questi smetteranno di correre? E’ il punto focale di un’intervista che la BBC ha fatto al Presidente della Federazione Mondiale, Sebastian Coe.

A fare le domande è Steve Cram, Campione Mondiale sui 1.500m e rivale di sempre di Sebastian Coe e adesso commentatore sportivo per la BBC.

Coe riconosce che uno dei problemi principali dell’atletica è quello di non essere presente durante tutto l’anno ma di svolgersi principalmente tra settembre e maggio; questo comporta un buco di qualche mese nella cronaca e il dimenticarsi di questo sport da parte delle persone che si concentrano su altre discipline che riescono a coprire più mesi. Serve quindi trovare dei paesi in cui è possibile gareggiare e concentrarsi su quello, aumentando anche i testa a testa tra i vari atleti più forti che al momento si sfidano solamente durante i vari campionati internazionali per vincere un titolo.

ltre ad allungare la stagione, sono vari cambiamenti radicali quelli che vorrebbe attuare il Presidente della IAAF durante il suo mandato. Quello che potrebbe destare più scalpore è probabilmente quello di diminuire la durata dei Campionati MondialiQuello che stiamo vedendo è cambiato radicalmente da quando gareggiavamo noi? – domanda Sebastian Coe a Cram – Si, lo è in qualche modo. Le persone nel 1983 erano preparate a guardare 10 giorni di Campionati Mondiali, adesso non lo sono. Dobbiamo essere realistici. Avremo un campionato del mondo più corto? No, non subito. Lo avremo tra cinque anni? Dobbiamo averlo“.

Un altro punto che viene toccato riguarda i social media; in un’epoca digitale come la nostra l’atletica è ancora troppo poco presente sui social in confronto a sport come il calcio e il tennis che hanno delle piattaforme digitali in grado di lavorare bene e distribuire contenuti riguardanti il proprio sport verso un alto numero di persone.

Non potevano mancare le domande riguardanti il doping di cui la Federazione Mondiale è stata l’occhio del ciclone con lo scandalo che ha sconvolto il mondo dell’atletica dopo le scoperte su Lamine Diack.
Penso che la IAAF sia stata molto più attiva di quanto non sia stata protettiva. Se non si va a pesca non si cattura il pesce e ci sono molti sport che hanno avuto questo atteggiamento“.

Afferma che, nonostante lo scandalo, in questi anni sono stati fatti dei passi da gigante nel sistema antidoping con la creazione del passaporto biologico e il test a campione fuori dalle gare e anche se il prezzo da pagare è stato alto si è dimostrato di avere dei sistemi molto robusti.

Quello che si deve fare adesso è di attirare gli atleti e dimostrare che possono avere fiducia in questo sport; dopo la scoperta della corruzione dell’ex presidente in molti si sono allontanati da questo mondo una volta ritenuto sicuro, adesso è il momento di farli tornare indietro.

https://www.youtube.com/watch?v=MhInSIIygSg

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