NEWS: La Track & Field Foundation, la risposta americana alla crisi dell’atletica (che in america non c’è). Nel frattempo in Italia…

USATFAbbiamo visto tutti l’innumerevole quantità di atleti degli Stati Uniti che hanno preso parte ai mondiali di Daegu (KOR). La cosa particolare però è che è sempre così. Meeting Internazionali, Mondiali, Olimpiadi, gli statunitensi sono sempre al centro dell’attenzione e tutti altamente competitivi.

Al che sorge un dubbio. Possibile che i campioni capitino tutti a loro? Possibile che in qualsiasi finale ci sia sempre almeno un atleta con la bandiera a stelle e strisce sul petto? Ok, gli Stati Uniti sono grandi quanto l’Europa, ma di atleti europei nelle finali delle varie gare ce ne sono ben pochi.


Oggi sono venuto a conoscenza della Track & Field Foundation e mi sono praticamente dato una risposta. La T&F Foundation (usatffoundation.org) è una associazione senza scopo di lucro che finanzia e sostiene lo sviluppo e la diffusione dell’atletica negli Stati Uniti.

La loro unica forma di sostentamento sono le sponsorizzazioni e le donazioni dei privati.

Inoltre è completamente indipendente dalla Federazione ma è strettamente legata ad essa, poichè le agevola parecchio il “lavoro”. La loro azione agisce fortemente a livello giovanile. La Fondazione infatti aiuta con contributi gli atleti per ammortizzare le spese di viaggio per raggiungere i luoghi delle gare giovanili più importanti (le distanze in America sono molto dilatate rispetto all’Europa) ma soprattutto agisce in prima persona nella propaganda dell’Atletica Leggera tra i più piccoli creando eventi promozionali come per esempio gare aperte a tutti o incontri con i vari testimonial (atleti del calibro di David Oliver, Maggie Vessey, Mike Hazle, Stephanie Brown Trafton, tutti protagonisti ai mondiali appena conclusi).


Inutile dire che si batte attivamente anche per la campagna contro il doping.

Ma la Fondazione non si ferma ai giovani, anche gli atleti d’elite vengono sostenuti. Proprio in questi giorni hanno finanziato con 30.000$ una serie di raduni sparsi per gli Stati Uniti (Distance Project) alla quale prenderanno parte i migliori mezzofondisti e fondisti di tutta la nazione dando loro la possibilità di migliorare e portare sempre più in alto il nome della loro nazione nel mondo dell’atletica.

Chiunque può donare alla Fondazione quanto vuole. In base alla somma donata si hanno in cambio dei benefici, che vanno dal semplice adesivo, ai biglietti gratis per i meeting più importanti fino all’entrata a far parte della Delegazione del Team USA alle trasferte).

Ora mi chiedo, perchè in Italia non esiste qualcosa del genere? Possibile che nessuno ci abbia pensato? Eppure la Track & Field Foundation non è nata ieri, agisce già da parecchi anni. Difficile che nessuno sappia della sua esistenza.

Spero quindi che questo articolo apra gli occhi alle persone giuste, ovvero quelle che hanno voglia di fare qualcosa per l’atletica italiana, ma soprattutto a quelle che ne hanno la possibilità. In questi giorni si parla molto della figuraccia che ha fatto l’Italia ai Mondiali.

Che sia arrivato il momento di dare una svolta?

Io penso di si.

7 commenti su “NEWS: La Track & Field Foundation, la risposta americana alla crisi dell’atletica (che in america non c’è). Nel frattempo in Italia…

  1. secondo me è troppo semplicistico cm discorso. Gli usa hanno si tanti atleti in manifestazioni internazionali, e quasi tt ad alto livello, ma tra tt questi quanti sono bianchi??? Sono tt di colore e quindi più forte, più forte vuole dire record…podi…vittorie….e tt questo vuol dire fama…essere conosciuti e riconosciuti negli stati uniti e negli altri stati, ed è anche più semplice trovare gente disposta a ” regalarti” soldi, lo fà perchè sei fortissimo e vai ai mondiali olimpiadi ecc e magari le vinci pure e puoi sponsorizzare i loro marchi. Fermo restando che questa è una bellissima associazione, che con la mentalià italina nn si avrà mai. Io credo che il vantaggio degli usa oltre che al fatto di avere atleti di colore, sia il sistema scolastico ke fin dalle loro scuole superiori, fino ad arrivare all’apice del collegei è molto attento allo sport, e li fà allenare cm professionisti ( studiando contemporaneamente ) Basti pensare ke i loro campionati universitari sono ambitissimi…i nostri invece….

  2. non è vero che sono tutti di colore, praticamente tutti i fondisti e mezzofondisti sono bianchi…. e vanno fortissimo lo stesso ! i bianchi americani hanno dimostrato che alla fin fine nemmeno nella corsa conta il colore della pelle … e poi è vero che è facile che ricevano sostegni visto che sono tutti dei campioni assurdi, ma lo sono diventati perchè lì quando hai un minimo di talento e dimostri una gran voglia di fare ti appoggiano al 100%, ti danno tutte le attrezzature, le risorse economiche, tutte le possibilità di farti vedere, di gareggiare in competizioni stimolanti etc … insomma, investono sugli atleti e per quello diventano campioni, poi naturalmente continuano a sostenerli anche dopo 🙂 comunque concordo con te riguardo al fatto che il più grande vantaggio degli usa sia quello dei college, basta fare una piccola ricerca e tantissimi se non tutti degli atleti più forti americani hanno frequentato o stanno ancora frequentando un college … addirittura molti continuano ad allenarsi sul campus anche a laurea avvenuta !!!

  3. si qualche atleta del mezzofondo bianco c’è, ma non è uno dei ” grandi ” , si certo paragonati ai nostri sono anche quelli più forti. Quando parlavo dei college ecc mi riferivo anche alla mentalità diversa, se purtroppo però almeno per un bel po’ di tempo il divario ” bianchi-neri” è incomabile…qui aimè si investe solo ed esclusivamente nel dio calcio…

  4. Sono d’accordo con Letizia Titon. Non è questione di genetica. In Italia ci sono un sacco di atleti di colore, ma non vengono comunque sostenuti. E’ la mentalità che è diversa, e di conseguenza il sistema. Visto che il sistema non funziona, tocca ai privati modificarlo. Ed è quello che hanno fatto in america. Io personalmente sono rimasto a bocca aperta quando ho letto che sono stati REGALATI da una fondazione per lo più privata 30.000$ (spiccioli insomma) per organizzare raduni di mezzofondo. Visto che in Italia la federazione va a rotoli forse abbiamo bisogno anche noi di una fondazione del genere, visto anche che i Giochi della Gioventù nelle scuole vanno praticamente a rotoli. Forse è ora che qualcuno prenda in mano seriamente la situazione

  5. L’articolo è un pò datata ma comunque decisamente interessante. Volevo sottolineare e smentire le parole scritte da Stefano quando scrive “si qualche atleta del mezzofondo bianco c’è, ma non è uno dei ” grandi” .. Basta vedere cosa ha fatto nei 10000 Galen Rupp per capire come può andare un bianco !! 26’48″00 nuovo record americano e 16th prestazione all-time sulla distanza 🙂

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