Sono allarmanti ed hanno quasi dell’incredibile le ultime parole spese a carico del sisma Doping che ha colpito la Russia.
A dar fiato alle trombe è stato l’ex capo dell’antidoping russa (RUSADA) Ramil Khabriev, il quale ha rivelato: “Il problema del doping in Russia, naturalmente, è acuto e questo non si può negare. Abbiamo il maggior numero di violazioni nelle regole antidoping in confronto agli altri paesi, e questo, naturalmente, mostra che c’è un problema serio.
E’ ancor più allarmante che circa il 40% di queste violazioni vengono dall’ambiente giovanile; anche a quel livello gli allenatori si sono rivolti all’utilizzo del doping al fine di ottenere una sorta di risultati, anche solo a fini locali.”
Le parole di Ramil Khabriev trovano anche un triste riscontro, se pensiamo che pochi giorni fa è stata sospesa la marciatrice ventunenne Alena Kudashkina.
Nonostante ciò, il ministro dello sport, Vitaly Mutko, continua a rilasciare dichiarazioni su una linea difensiva ed ottimista, parlando di come, già adesso, la RUSADA ed il sistema russo in toto stia già progredendo verso la regolarizzazione; se però si arriva a dopare dei giovani, anche minorenni magari, il problema passa all’etica ed alla cultura dello sport: a che punto si deve sacrificare la salute di un/a ragazzo/a pur di raggiungere degli obiettivi?
Forse, più che la RUSADA e la Federazione Russa, il fattore più difficile da mutare sarà questo tipo di mentalità.