Lord Coe lascia il ruolo di ambasciatore Nike per conflitto d’interesse

Sebastian CoeDopo le indiscrezioni trapelate ma soprattutto i forti sospetti di irregolarità, sorti nell’assegnazione dei mondiali 2021 a Eugene, Sebastian Coe ha preso una drastica quanto onerosa decisione: tagliare i ponti con la Nike e dismettere i panni di ”ambasciatore” del famoso brand, atto che gli costerà ben 100.000 sterline l’anno.

L’abbandono della Nike da parte del presidente IAAF nasce dal fatto che l’assegnazione della rassegna iridata 2021 ad Eugene sia stata conclusa senza una regolare ”gara d’appalto” con un punto cruciale: Eugene è praticamente il centro operativo dell’Atletica USA targata Nike.


Molti ovviamente hanno associato le due situazioni ed hanno gridato allo scandalo ed al conflitto d’interesse, specialmente i sostenitori di Goteborg, l’altra città in lizza per i mondiali.

Subito dopo la rescissione del contratto con Nike, Coe ha così commentato: ” Non credo che fosse un conflitto di interessi. Ho sempre dichiarato i miei interessi con Nike, come tutta una serie di attività. E’ chiaro che questa realtà è stata orribilmente stravolta. Il livello di rumors intorno a questo ruolo di ambasciatore non sono sostenibili per la IAAF e non è un bene neanche per la Nike,   e francamente, è una distrazione per le 18 ore al giorno in cui io e la mia squadra lavoriamo per tenere a galla la nave”.


Oltre a perdere il prestigioso ruolo di ambasciatore Nike, Coe ha dichiarato che vorrebbe lasciare il passo, dopo Rio 2016, anche nella guida della British Olympic Association.

Coe sembra destinato ad essere risarcito per la perdita della sua rendita annuale Nike, diventando presidente della IAAF a pagamento, cosa che richiederebbe il sostegno dei suoi colleghi del consiglio. Frankie Fredericks, il presidente della commissione atleti della IAAF, ha detto: “Gli la commissione atleti vorrebbe qualcuno al timone – soprattutto dopo quello a cui Seb ha rinunciato – da pagare, per assicurarsi che egli offra un lavoro da vero professionista per il bene degli atleti. ”

 

Foto: Matthew Lewis/Getty Images Europe

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