DOPING: Dalla Norvegia uno studio getta ombre su Justin Gatlin

Justin GatlinLe innumerevoli ”sfortunate” vicende del velocista Justin Gatlin non sembrerebbero avere mai fine.

Ogni atleta appassionato della veloce ed affascinante disciplina dei 100 m, conosce i trascorsi di questo atleta che ultimamente è al centro dell’attenzione mediatica e della WADA (World Anti-Doping Agency).

Facendo un breve resoconto sui precedenti di Doping nella carriera del velocista americano spiccano due squalifiche con un peso rilevante. La prima, risalente al 2001, venne allontanato dalle competizioni sportive per 8 anni (pena che poi è stata ridotta a 4 anni) trovato positivo per le Anfetamine, la seconda volta viene squalificato nel 2006 in merito alla positività di uno Steroide Anabolizzante (altro allontanamento di 4 anni dai campi di atletica).


Come ogni atleta che “sconta la pena” della squalifica per doping, non appena giunse il termine della condanna, Gatlin torna a gareggiare sia nei 100 m che nei 200 m. Tutto normale, se non fosse per il fatto che una vicenda scientifica ha riportato i riflettori negativi sul velocista Statunitense.

Alcuni scienziati nell’Università di Oslo hanno dimostrato scientificamente tramite esperimenti su cavie di laboratorio che anche se il soggetto è venuto in contatto con una breve esposizione al Testosterone, gli effetti possono essere anche più tardivi nella vita dell’ esposto.

Non appena queste accuse sono giunte alle orecchie di Gatlin questo è corso sulla difensiva affermando che adesso è un atleta “pulito” che non vede con chiarezza la necessità di far riemergere accuse risalenti a un decennio fa dal momento che ha scontato la pena impostagli dalla WADA; in un’intervista rilasciata al Telegraph il velocista dichiara “Molte persone sono state nella stessa situazione che ho affrontato io. Non sono sicuro del perchè si dovrebbe corrispondere un topo di laboratorio ad un essere umano, è insondabile secondo me”.


Ad aumentare la rabbia di Gatlin c’è il fatto che ha reso “dubbia” la sua ultima squalifica per doping. Lui afferma infatti di avere assunto il Testosterone inconsapevolmente mediante la crema per massaggi che utilizzava il suo fisioterapista durante le varie sedute (cosa che però l’ “accusato” nega). I fatti però son fatti, e la pena è la medesima per ogni dopato, conscio o non conscio.

Insomma, possiamo dire che i Norvegesi abbiano messo una bella gatta da pelare nelle mani di Gatlin: che sia riapparsa un’ombra sospetta sull’eccellente risultato delle Olimpiadi di Londra dove giunge sul terzo gradino del podio? E che dire del nuovo PB di 9″74 firmato a Doha nei 100m?

Il cronometro continua a fermarsi sempre prima, ma dopo queste ultime nuove scientifiche non possiamo far altro che restare a guardare con la bocca un po’ storta.

Foto Chiara Montesano/atletipercaso.net

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