DOPING: Bubka guida la tolleranza zero verso lo scandalo russo, la Federazione: “Un mucchio di bugie”

Sergey BubkaSono profondamente scioccato e rattristato“. Queste sono state le parole del vice presidente della IAAF Sergey Bubka, nome senza bisogno di presentazioni per chi conosce l’Atletica, il quale è stato, per una decade, la bandiera dell’URSS , vincendo e realizzando record su record nel salto con l’asta. Lo scandalo del doping di stato in Russia, rivelato dal documentario dell’emittente tedesca ARD, ha aperto una grande voragine nella IAAF e nella comunità atletica in generale.

Bubka, che, oltre a rivestire al momento una delle cariche più importante della Federazione Mondiale, è candidato direttamente alla presidenza IAAF, ha riconosciuto le pesanti accuse intentate contro la Federazione Russa e la RUSADA (agenzia antidoping russa), e senza frapporre indugi si è detto pronto ad intervenire per stroncare questa organizzazione.

Credo in una politica di tolleranza zero contro il doping e dobbiamo lottare costantemente e inesorabilmente contro ciò che è la più grande minaccia per lo sport nel 21 ° secolo” ha aggiunto Bubka.


Accoratamente al vice presidente IAAF, ad unirsi nello sdegno ci ha pensato la primatista del mondo di maratona Paula Radcliffe, sempre molto attiva nella lotta mediatica contro il doping, la quale ha chiesto in modo informale, durante una intervista a BBC Sport, la radiazione olimpica o pesanti sanzioni, per la Russia in questo caso, ma in generale per tutte le nazioni con un gran numero di atleti positivi a sostanze proibite.

“Penso che ci dovrebbero essere pesanti sanzioni, come l’esclusione da eventi come i Campionati del Mondo o come i Giochi Olimpici. Non solo la Russia, ma tutti i Paesi che non rispettano sistematicamente i codici WADA o IAAF .” Ha concluso la Radcliffe.

Intanto, la Federazione Russa, ha respinto ogni accusa, bollando tutto come “un mucchio di bugie“. A capeggiare la difesa si sta attuando Valentin Balakhnichev, presidente della Federazione e tesoriere IAAF, anch’egli accusato dal documentario tedesco.


L’amministratore delegato della RUSADA Nikita Kamaev, ha commentato così le accuse rivolte alla sua agenzia: “Non hanno i fatti o documenti, che sostengono i reati effettuati contro i principi anti-doping.

Mentre l’organo nazionale dell’Atletica Russa ha dichiarato di voler intentare causa per “accuse infamanti”, la macchina dell’investigazione della IAAF e della WADA si sono messe abbondantemente in moto; il presidente dell’Agenzia Mondiale Antidoping, Sir Craig Reedie, commentando la notizia su SportWeek, ha definito il fatto “scoraggiante” per tutta la comunità antidoping, ma anche un ottimo punto di partenza. “Ci sono stati un certo numero di casi in cui gli atleti russi sono risultati positivi e sono stati sanzionati”, ha detto Reedie. “Quindi, chiaramente c’è stato un problema nell’organizzazione. Forse la buona notizia sta nel fatto che le persone vengono catturate e pesantemente sanzionate.”

Foto: Richard Juilliart/IOC

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