A venti giorni dall’apertura dei Campionati Europei di Zurigo arriva la notizia della sospensione di uno degli atleti favoriti per il titolo continentale nel giro di pista con barriere.
Stiamo parlando di Rhys Williams, trentenne gallese specialista dei 400 metri a ostacoli e attualmente campione europeo in carica della disciplina dopo il primo posto conquistato a Helsinki 2012. La positività è stata riscontrata in seguito ad un controllo effettuato al meeting di Diamond League di Glasgow dello scorso 11 luglio.
Alla notizia Williams ha dichiarato “Questa notizia mi ha veramente sconvolto. Vorrei dire fin da subito che non ho preso volontariamente nessuna sostanza proibita. Da atleta professionista ho sempre supportato e difeso lo sport pulito. Tuttavia riconosco che la responsabilità di questo evento ricade su di me ma lavorerò con l’agenzia antidoping britannica e coopererò nel processo legale.”
Williams, che nel suo palmares vanta anche un terzo posto ai Giochi del Commonwealth di Nuova Delhi nel 2010, è stato sospeso provvisoriamente dalle competizioni dall’Agenzia antidoping britannica ed è quindi stato costretto a lasciare i Giochi del Commonwealth in svolgimento in questi giorni (23 luglio – 3 agosto) proprio a Glasgow, dove figurava come capitano della propria squadra nazionale.
La UK Anti-Doping ha sospeso, inoltre, un altro atleta gallese: si tratta di Gareth Warburton, ottocentista trentaduenne che fu argento agli Europei indoor del 2005 a Madrid con la squadra britannica nella 4×400 m.
Foto Stu Forster/Getty Images Europe
L’ attenzione mediatica è stata spostata anche sulla reazione del padre J.J. che ha quasi “rinnegato” suo figlio. Nonostante le parole di Rhys che nega l’ assunzione volontaria di sostanze dopanti, è stato attaccato in modi pesantissimi. Ma bisogna ricordare che spesso l’ atleta è all’ oscuro di pratiche che vengono invece organizzate da altri. Lui ci ha messo la faccia, ma è difficile dare la colpa solo e soltanto all’ atleta.
L’atletica si sta rovinando sempre di più a causa del doping, sempre più atleti non si accontentano delle loro capacità e utilizzano queste sostanze… questo non è sport