NEWS: Quanto si è evoluta l’Atletica in 100 anni? Ecco l’eccellenza del 1915

1915 2015Corriamo su piste che restituiscono le spinte, abbiamo ai piedi calzari che farebbero invidia ad Hermes, il messaggero degli dei e tutto ciò che ruota attorno all’atleta ha l’unico scopo di raggiungere l’acme della prestazione.

Al giorno d’oggi è abbastanza auspicabile raggiungere determinati risultati se si hanno strutture che aiutano le basi biologiche individuali di ognuno…ma 100 anni fa? Sicuramente non esistevano i supporti tecnologici odierni, il dilettantismo era la regola e la forza d’animo era il motore che portava avanti un atleta.

Facciamo il punto del contesto storico. Andando indietro di un secolo e arriviamo al 1915: già 5 Giochi Olimpici (più uno intermedio nel 1906) erano passati dall’idea illuminante di De Coubertin e molte nazioni avevano già preso coscienza della bellezza dell’Atletica Leggera. Purtroppo, in quell’anno infausto, l’Europa era già nel secondo anno della Prima Guerra Mondiale, che stava già richiedendo il suo tributo di vite nella trincee. Tutte le spese, gli sforzi e gli animi erano concentrati sul far finire il conflitto, quindi chi poteva portare avanti senza indugi l’attività sportiva?


Gli Stati Uniti, che entreranno nel conflitto nel 1917, riuscirono imperterriti a far continuare lo sport, anche grazie al sistema delle Università, che contribuivano a promuovere il movimento, ed è proprio dalle entusiaste fucine a stelle e strisce che troviamo i migliori dell’anno 1915. Le donne ancora non avevano tabelle ufficiali, dato che la pratica femminile era ancora sporadica; servirà ancora qualche anno per vedere la nascita dell’Atletica rosa.

Partendo dalle piste in terra su cui sfrecciavano gli uomini razzo del tempo, troviamo in cima al mondo dello sprint persone diverse per ognuna delle cinque specialità. Si esatto: cinque specialità, dato che si correvano sia i 100m, le 100 yards, i 200m ed i 220 yards.

I migliori sulle 100 yards quell’anno corsero in 9”8, infatti, dato il cronometraggio manuale, molti atleti corsero quel tempo, da Duerson Knight Brooke Brewer o Frank Solomon; sui cugini 100m invece, la classifica si sposta in Europa, guidata dall’Olanda di Jan Grijseels e dal suo 10”7, un decimo dal russo Boris Kotov.

Passando alla distanza doppia, i 200m trovavano al comando da solo Andrew Ward con 21”5, mica male pensando che questo tempo è stato corso 100 anni fa. Le 220 yards, a differenza della misura in sistema metrico decimale, venivano corsi in linea retta, rettilineo sul quale il più veloce del mondo nel ’15 fu Roy Morse in 21”2, seguito dal 21”4 di Fred Murray.

ted meredithIl giro della morte, o meglio, le 44o yards, vedeva ancora saldo il record del mondo di Maxie Long di 47”8 datato 29 settembre 1900. Quindici anni dopo, colui che riuscì maggiormente ad avvicinare Long furono Westmore Wilcox e Ted Meredith con 48” netti. Lo stesso Meredith riuscirà l’anno seguente a prendersi il primato mondiale correndo in 47”4 il 27 maggio del 1916.

Anche il doppio giro veniva corso su distanze anglosassoni, ovvero le 880 yards, di cui Leroy Campbell fu il capolista stagionale con 1’53”6, inseguito dal solito Ted Meredith e dal suo 1’54”4.

Allungando le distanze iniziamo a scorgere l’Europa, dove i fieri portabandiera del mezzofondo sono finlandesi, che da lì a cinque anni mostreranno i muscoli con la Locomotiva Paavo Nurmi, dominatore di tre olimpiadi, dal 1920 al 1928.

1500, 5000 e 3000 siepi, nel 1915, mostrarono la supremazia, rispettivamente, di Einari Anttila (4’05”08) e  Albin Stenroos (15’24”0 nei 5000 e 9’57”6 nelle siepi), i quali sventolavano la croce scandinava azzurra su campo bianco della Finlandia. Sui 10.000 fu invece la cugina Svezia a prevalere, con tre atleti in cima alla classifica, guidati da Josef Ternstrom in 32’05”2.

Gara molto in voga era ovviamente il miglio, regale e di lunga tradizione, terreno fertile per gli americani, che nel ’15 dominavano la specialità col 4’12”6 di Norman Taber.

Passiamo agli ostacoli, disciplina non proprio agevole, dati le barriere del tempo, i quali facevano più male di oggi se incocciati durante la corsa. Anche le barriere, ovviamente, risentivano delle misure britanniche, infatti troviamo le 120 yards Hs e le 440 yards Hs.


Nelle 120 yards Hs troviamo al primo posto Robert Simpson, con 15”0, record del mondo eguagliato. Simpson batterà il WR l’anno seguente, correndo due volte in 14”8. Nelle 440 yards invece troviamo due classifiche separate: una per le gare corse su anello, una per quelle corse in rettilineo.

Entrambe però furono capeggiate da William “Bill” Meanix, 54”3 sull’anello (WR) e 52”6 in rettilineo.

Giungiamo quindi ai concorsi, agli uomini di pedana, dove lo scontro uno contro tutti è ancora più passionale per i continui ribaltamenti di fronte.

Finita ormai l’era dei salti da fermo, anche se verranno ufficialmente aboliti nel 1938, e di “Frog Man” Ray Ewry, le tabelle del 1915 rendono giustizia solo alle prove effettuate con rincorsa.

Nel salto in alto troviamo Wesley Oler con 1,968 ; Oler successivamente sarà anche avvicinato dalla pallacanestro, sport che praticherà una volta messa da parte l’atletica.

Il salto con l’asta era ancora agli albori della propria vita, senza aste in fibra di carbonio sacconi morbidi ad attutire la caduta. La stagione ’15 vide al comando due atleti con l’ex equo 3,91: Frank Foss e Wilbur Newstetter. Foss alzerà il primato mondiale nel 1920, quando riuscì a saltare 4,09.

Non fu invece una annata gloriosa per il salto in lungo, al quale serviranno vent’anni ( dal 1901 al 1921) per veder scattare il primato dal 7,61 del figlio d’Irlanda Peter O’Connor al 7,69 di Edwing Gourdin, ma intanto Solomon Butler ha potuto raccontare ai posteri di essere stato il più forte di quell’anno con 7,37.

jonni myyraDaniel Haern ha tenuto altissima la media del triplo per molti anni, addirittura riuscendo a pareggiare il suo stesso record del mondo, piazzato a 15,52 nel 1911 e poi ripetuto proprio nel ’15. Passeranno 20 anni prima che dalla terra del Sol levante, il Giapponese Mikio Oda cancelli Haern con 15,58.

Dirigiamoci verso i forzuti, gli uomini capace di lanciare lontano. Nel getto del peso il 15,54 del 1909 fatto segnare da Ralph Rose rimase al sicuro nel ’15, col miglior lancio stagionale di 14,92 ad opera di Arlie Mucks. Niente WR anche del lancio del disco, dove troviamo in cima alle liste Armas Taipale con 46,47, seguito proprio da Mucks con 44,73.

Anche il lancio del martello era agli inizi, con un margine di 30 metri rispetti ai tempi odierni. Patrick Ryan anche nel ’15 si dimostrò il più forte, con 57,10, non lontano dal suo stesso record di 57,77 , lanciato due anni prima.

Il giavellotto, come da antica tradizione, vede nelle classifiche quasi esclusivamente finnici o svedesi, con al comando il 64,81 di Jonni Myyra, il quale prenderà posto nell’albo dei record nel 1919, anno in cui Myyrà piazzò il suo giavellotto a 66,10. Vincerà inoltre due olimpiadi consecutive.

Chissà se tra 100 anni i figli dei nostri figli guarderanno indietro e penseranno a quanto eravamo retrogradi e ormai superati; ai posteri l’ardua sentenza, ma l’eleganza dell’Atletica Leggera e le gesta degli orgogliosi atleti vivrà immortale.

 

 

Foto di copertina: Finale mondiale 100 m 2015, Getty Images

Foto 2: Ted Meredith, mainlinetoday.com

Foto 3: Jonni Myyra, photographie de presse/ Agence Rol

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