INTERVISTA: Gianmarco Tamberi, “Credevo in questo record, ma non mi accontento”

Gianmarco TamberiDopo il successo ottenuto due giorni fa a Colonia con conseguente abbattimento del Record Italiano di salto in alto, abbiamo raggiunto Gianmarco Tamberi per intervistarlo e farci dire qualcosa su questo risultato eccezionale.

Ecco che cosa ci ha detto:

– Dopo due anni di infortuni ti aspettavi un ritorno del genere?

Ovviamente non posso dirti che me lo aspettavo ma ci ho sempre creduto fino in fondo, mi sono sempre allenato con tutta l’intensità che potevo trovare dentro di me. Sono stati due anni molto frustranti ma non ho mai voluto arrendermi sopratutto per tutte le persone che hanno creduto in me in questi periodi difficili.

– Hai iniziato la stagione saltando 2.15m, sempre in crescendo fino a stabilire il record italiano, che cosa è cambiato in questi mesi?

Un’altra cosa, oltre agli infortuni, che non mi ha permesso di saltare alto in questi anni è stato aver cambiato tecnicamente il mio salto. Ci vuole molto a metabolizzare i cambiamenti e a fare, inconsciamente, in gara ciò che si fa in allenamento. In questa preparazione primaverile ho fatto tantissime sessioni tecniche in cui alternavo salti stellari e buchi nell’acqua; il motivo era che il cambiamento tecnico fatto stava dando dei segnali ma ancora non riuscivo a capire la chiave di quei salti meravigliosi che mi uscivano ogni tanto! Il 2.15m della prima gara era una dimostrazione del mio essere tecnicamente incostante, tre giorni prima avevo infatti saltato 2.25m in allenamento e con la rincorsa ridotta.

Continuando a gareggiare sono riuscito a capire ciò che dovevo fare e pian piano le prestazioni hanno iniziato a migliorare. Ora mi sento di dire che questa prestazione ottenuta mi da tantissima felicità, ma non mi accontento di questo perché posso fare ancora meglio.



– Il prossimo impegno importante sarà l’Universiade, che cosa ti aspetti? e dai Mondiali?

Le universiadi sono tra pochi giorni, l’unico problema è un forte mal di gola che mi tormenta da due giorni, speriamo mi passi altrimenti dovrò rinunciare alla Corea per non compromettere tutta la preparazione.

I mondiali sono il mio vero obbiettivo di quest’anno; ho tanta voglia di competere con i big del momento e sopratutto di poter imparare qualcosa in più in vista delle Olimpiadi di Rio.

– Pensi che questo dualismo con Fassinotti possa portarvi ad avere continui stimoli per migliorarvi ulteriormente?

Io e Marco ci stimoliamo veramente molto, credo che lui a livello di talento abbia qualcosa in più di me sinceramente, ma il mio carattere mi aiuterà a continuare a cercare di stargli dietro! E’ migliorato moltissimo in questi anni e sono certo che il mio record italiano durerà veramente poco, anzi addirittura domani potrebbe cadere! Non ti dico che sono contento ma quasi, ho voglia di tornare ad allenarmi con la grinta che ho avuto fino ad oggi e se Marco dovesse superarmi di nuovo sicuramente sarà più facile allenarsi con quella volontà.

Credo molto nella concorrenza nella sport, sopratutto se i due atleti che concorrono sono degli agonisti puri, e questo è il nostro caso. Spero che faremo belle cose insieme.



– La barba lasciata crescere su metà volto è un segno di riconoscimento e un porta fortuna, da cosa è nata questa idea?

La barba è nata nel 2011 e sinceramente per il motivo bisognerebbe farmi un intervista per rispondere solo a quello hahaha. Ormai non riesco a farne a meno, è il mio simbolo, halfshave, e mi piace da morire.

– Tuo padre è stato primatista italiano e tuo fratello è un forte giavellottista, come ti senti a vivere in una famiglia con atleti di questo livello?

Beh, questo è un altro stimolo enorme. Gianluca purtroppo negli ultimi anni non ha passato un ottimo periodo, atleticamente parlando, ma ora si sta riprendendo. In passato era lo stimolo più grande che avevo. Io ero un fringuelletto che saltava pochissimo, lui una montagna che lanciava il giavellotto e arrivava primo agli italiani e quarto agli europei. Sempre per la mia mentalità ero felicissimo per lui ma questa cosa mi dava una carica mostruosa, volevo superarlo. E’ sempre stato il mio stimolo più grande in passato e spero che lo sarà di nuovo in futuro.

Per quanto riguarda papà è il mio allenatore e ha vissuto quello che sto vivendo io, è stato un grande aiuto e continuerà ad esserlo.

 

Ringraziamo Gianmarco per aver risposto alle nostre domande e gli auguriamo un grande in bocca al lupo per le future competizioni!

Foto Giancarlo Colombo/FIDAL

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