Nick Symmonds denuncia USATF e il Comitato Olimpico Statunitense

Nick SymmondsNick Symmonds oltre ad essere uno dei più forti atleti del momento è anche il co-fondatore della Run Gum, una gomma da masticare a base di caffeina che migliora le prestazioni degli atleti. Vi ricorderete sicuramente quando lo scorso anno ha gareggiato ai Campionati Americani con il logo della sua azienda tatuato sulle braccia.

Questo anno si svolgeranno ad Eugene i Trials per selezionare la squadra olimpica e l’atleta vorrebbe inserire il logo della Run Gum sulla tuta degli atleti da loro sponsorizzati, ma non potrà farlo.
Il regolamento dei Trials prevede che gli unici sponsor che potranno essere mostrati siano quelli approvati dalla USATF e l’USOC (United States Olympic Committee); per questo motivo ha deciso di denunciare entrambi gli enti perché hanno deciso di escludere le imprese diverse da quelle sotto il loro patrocinio.



Non è la prima volta che Symmonds si mette contro le decisioni della USATF riguardanti il marketing; questo anno ha saltato i Campionati Mondiali perché non ha voluto firmare un contratto in cui si chiedeva agli atleti di indossare solamente abbigliamento Nike, indipendentemente dagli sponsor personali, anche al di fuori delle competizioni.

Le regole cambiano però a seconda dei Campionati, infatti durante Campionati Americani organizzati dalla USATF gli atleti possono indossare i loghi dei propri sponsor senza limitazioni di numero e dimensione e non esistono sponsor approvati o meno.



In questo modo la Run Gum e molte altre aziende perderanno una grande possibilità di fare pubblicità dato che, essendo i Trials Olimpici organizzati solamente ogni 4 anni, l’evento avvicina molte persone tanto da raggiungere il tutto esaurito, senza contare i milioni di spettatori che seguono le gare in televisione.

L’accusa lanciata è di comportamento anti concorrenziale e illegale e attraverso questa denuncia Symmonds e i suoi soci vogliono risolvere in modo permanente la questione e mettere tutti gli sponsor sullo stesso piano.

Foto Jeff Cohen

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