Alle porte dell’inizio di questi Campionati del Mondo in Cina, si accendono con maggior luminosità i riflettori su Usain Bolt e la sfida titanica con Justin Gatlin, sembrerebbe proprio che l’imbattibile giamaicano abbia trovato un avversario alla sua portata quest’anno, ma si sa ormai che questa non sarà solo una sfida davanti a un cronometro, bensì uno scontro tra due figure sportive diametralmente opposte, in fatto di etica sportiva.
Usain Bolt infatti nonostante le sue performance da alieno in pista, non è mai mancato ad un controllo antidoping e nelle sue analisi non sono mai state rilevate anomalie, segno di grande sportività e trasparenza da parte del primatista mondiale. Al contrario, Justin Gatlin, è risultato positivo all’antidoping per ben due volte (l’ultima volta nel 2006), ciò ha portato con sè una cascata di rumors sul suo conto, e più volte è stato accusato di aver inquinato il fair-play dello sport.
In un intervista alla BBC, Bolt non riesce a tenerselo per sè, e ammette di provare fastidio nelle domande rivoltegli dai giornalisti in questi ultimi giorni prima del mondiale. A quanto pare, sembrerebbe che le domande in questione riguardino in primo luogo il doping (“All I’ve been hearing is doping, doping, doping” dice Bolt), come se le sue condizioni fisiche e mentali in vista di questi mondiali, avessero meno importanza.
A ciò si aggiunge la pressione di sentirsi dire di avere la responsabilità di vincere a tutti i costi, per mantenere pulita la reputazione di questo sport, ma su questo Bolt non transige e la risposta è lapidaria: “Non posso salvare l’immagine dello sport da solo, è una responsabilità che ogni atleta si deve prendere quella di salvaguardare lo sport, andando avanti, facendo progressi senza l’uso di scorciatoie come le droghe e qualunque altro tipo di sostanza illecita”.
A quanto pare tra questi due atleti velocissimi, non c’è in gioco solo un titolo mondiale, bensì lo spirito dello sport.
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