DOPING: Lauryn Williams e le nuove frontiere del doping

Lauryn WilliamsE’ possibile affermare che il doping, praticamente, sia più o meno sempre andato a pari passo dello sport in generale.

C’è sempre una “caccia” alla scoperta dell’ultima frontiera di inganno sportivo.

L’atleta statunitense Lauryn Williams ha rivelato ciò che le è stato proposto dal medico che la seguiva durante la sua carriera sportiva. La parola chiave è “Micro dosaggio“.

Tramite micro dosi di doping infatti è difficile che esso venga rilevato, un po’ perché viene smaltito in tempi abbastanza brevi (max. 24h) e un po’ perché con dosi talmente piccole, anche i test più efficienti possono avere delle serie difficoltà nella rilevazione del farmaco (alcuni fanno uso anche di sostanze naturali in modo tale che proprio non vengano rilevate).



Lauryn Williams è un’atleta di fama mondiale detentrice del record di medaglie di prestigio vinte sia ai giochi Olimpici estivi nell’atletica che a quelli invernali con la squadra di bob a 4 americana.

In un momento di debolezza fisica ad Ottobre del 2012 la Williams decide di farsi vedere dal Dottor Clayton Gibson il quale le propose un modo per lui efficace che le permettesse, non solo di rimanere ad alti livelli, ma magari anche di far in modo che qualche medaglia d’argento diventasse qualcosa di più. Le parlò della questione del micro dosaggio, proponendole piccole dosi di testosterone (cosa assolutamente vietata perché aumenta le prestazioni fisiche) al ché l’atleta chiese dove si potesse trovare il testosterone naturale “Mais? Broccoli? Verdura?” ma ciò che le rispose il medico non le piacque affatto. Infatti il testosterone non si può ottenere a sufficienza dalla verdura ma deve essere integrato con farmaci speciali.

Se non lo posso cucinare io nella mia cucina allora non ho bisogno di quello che mi offri“.

Lauryn Williams decide di congedarsi con queste parole da Gibson con la coscienza pulita ed il pensiero che, come ha affermato in alcune dichiarazioni, “Sono una ragazza, e le ragazze non hanno bisogno di testosterone in eccesso”.



Questi eventi accaduti ormai pochi anni fa erano già stati resi pubblici dal blog personale della Williams ma in questo caso è la prima volta in cui sia stato fatto il nome di Gibson: per l’appunto lo stesso medico che segue Tyson Gay (atleta americano più volte incriminato in casi di doping).

Nonostante sia esplicitamente vietato l’utilizzo di testosterone in eccesso per gli atleti, con le nuove tecniche di assunzione (come abbiamo portato d’esempio il micro dosaggio), risulta sempre più complicato individuarlo soprattutto perché assumendo dosi piccolissime non risultano esserci dei picchi rilevanti nei loro livelli normali di testosterone.

Victor Conte è un’esperto di doping che ha dovuto scontare pene severe dopo aver fornito sostanze dopanti all’atleta Dwain Chambers. Ha spiegato in modo dettagliato come funziona la questione del micro dosaggio: “Se si inietta 7 mg di testosterone al giorno, e si sa che l’organismo del soggetto produce 7 mg di testosterone al giorno, abbiamo come esito finale il rilascio DOPPIO della sostanza circolante per 24 h al giorno“. Oggi vende integratori nelle norme dei regolamenti ma nonostante questo è continuamente tenuto sotto stretta osservazione visti i precedenti.

Conte ha fornito anche il nome di un altro farmaco utilizzato da molti atleti dove la caratteristica principale è quella di essere un farmaco ad azione lenta chiamato IGF1LR3.



IGF1LR3 è un farmaco composto da una combinazione di ormone della crescita e insulina, resta in circolo per 10 h ca. e l’unica soluzione di identificarlo è quella di analizzare il passaporto biologico dell’atleta per vedere se ci sono state variazioni; il protocollo che usano è quello di 100 microgrammi/gg e l’utilizzo viene fatto su 40 giorni per un costo totale di 200$.

David Cowan, dottore dirigente dei test anti-droga accreditati dal Regno Unito si dice fiducioso che presto riuscirà a identificare gli atleti che fanno uso di questo nuovo sistema.

Lauryn Williams, oggi 31enne, non ha rimpianti riguardo alla sua scelta quel giorno di alzarsi ed uscire a mani vuote dallo studio di Gibson “Sono completamente soddisfatta di ciò che ho fatto“.

La Williams è riuscita solo con le sue forze a conquistare l’argento olimpico; i pessimisti sostengono la tesi che se avesse assunto i farmaci col micro dosaggio avrebbe avuto quella spinta in più per arrivare all’oro (anche se in maniera non del tutto pulita).

Nella foto: Lauryn Williams (Johannes Eisele/Agence France-Presse — Getty Images)

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