Oggi è stata una pacchia. Mi ci voleva proprio dopo i tre giorni infernali passati all’aeroporto. Tra l’altro ho la gola distrutta come conseguenza dell’entrare e l’uscire dall’aeroporto passando da 25 a 5 gradi ogni volta.

In ogni caso me la sono goduta proprio, girando per il palazzetto e facendo foto a destra e a sinistra, senza perdermi nemmeno una gara.

Ho potuto anche tifare i nostri eroi, che purtroppo non hanno avuto vita facile. Il primo che ha messo a dura prova il mio cuore è stato Marco Fassinotti, che si è qualificato per la finale del salto in alto per il rotto della cuffia, 7° solo per aver commesso meno errori degli altri.

Quella che mi ha fatto penare di più però è stata Marzia Caravelli. Ero convintissimo che accedessero alla finale le prime tre delle due semifinali e i primi due tempi, così quando ho visto che Marzia è arrivata quinta nella semifinale più veloce ho pensato che ce l’avrebbe potuta fare, pensiero diventato certezza subito dopo l’arrivo della seconda semifinale, lentissima. Purtroppo però la certezza era basata su un presupposto falso: si qualificavano in finale solo le prime quattro. Pugno nello stomaco. Nonostante il 7° tempo in assoluto Marzia è rimasta fuori. Non oso immaginare come si senta.

Diversa la questione con Fabio Cerutti. Il settimo posto in semifinale non lasciava spazio a speranze, quindi l’ho presa più a cuor leggero. Cosa che non è successa invece con la staffetta 4x400m. Anche lì ci ho sperato fino alla fine e il terzo posto in batteria mi ha confortato, ma nella seconda batteria sono andate troppo forte e il Record Italiano stabilito dalle azzurre non è servito a nulla. Però diamo a Cesare quel che è di Cesare, le polacche hanno fatto una gara spettacolare.

Domani mi sa che posso dormire un po’ di più visto che le gare sono solo di pomeriggio. Spero che non mi facciano stare fuori dall’Arena, non voglio perdermi la finale di Fassinotti!

Iniziavo a pensare che fosse tutto uno scherzo e che i Mondiali in realtà se li erano inventati.

Dopo il terzo giorno passato interamente in aeroporto mi ero addirittura dimenticato che ci fossero delle gare da qualche parte. Quando però sono arrivato all’Ergo Arena dopo la lunghissima giornata ho ricevuto praticamente uno schiaffo.

Non ero mai stato ad una competizione indoor di questo livello e non mi aspettavo che sarebbe stato così entusiasmante, forse anche più delle gare normali! La compatezza del campo di gara e l’ambiente illuminato a giorno fanno sì che con pochissima fatica gli occhi passano da una gara all’altra senza perdere “il filo” anche se si seguono tre competizioni diverse nello stesso momento. Questo fa sì che lo spettatore rimanga sempre in uno stato di eccitazione perchè non c’è un minuto di pausa. Non so se è possibile riproporre la stessa situazione nelle gare outdoor ma credo che bisognerebbe prendere in considerazione l’opzione.

Purtroppo però non sono arrivato in tempo per vedere le gare dei primi 4 italiani, ma ho appreso con piacere che 3 su 4 hanno passato il turno! Devo ammettere che confidavo solo in Margherita Magnani, ma in questo caso sono stato molto contento di essere stato smentito.

Domani mi hanno lasciato il giorno libero, il che significa godermi tutte le gare, dalla prima all’ultima.

La giornata di oggi è stata praticamente la fotocopia di ieri, forse un po’ più indaffarata visto che non so per quale motivo non avevamo a disposizione gli autobus.

Così abbiamo dovuto incastrare valigie, atleti, dirigenti, manager, vip, super vip e chi più ne ha più ne metta, cercando di parlare in francese con chi non sa l’inglese, evitando di far arrabbiare i vice presidenti della IAAF quando vogliono andare immediatamente in albergo e siamo senza macchine e gestire Sergey Bubka quando ti si presenta davanti all’improvviso e non è presente nella programmazione degli arrivi.

Sì, non mi chiedete perché non era nella lista (non potete immaginare che difficoltà ci sia dietro anche la sola raccolta informazioni di 500 piani di volo), ma ad un certo punto ci siamo visti arrivare incontro questo pezzo di marmo dalla faccia impassibile mentre parlava al telefono con gli auricolari. Non ha degnato nessuno di uno sguardo ed ha tirato dritto verso l’uscita. Naturalmente noi gli abbiamo steso il tappeto rosso sotto i piedi. La situazione politica attuale ha contribuito molto, Bubka è il simbolo dell’Ukraina, al momento in conflitto con la Russia di Putin, basti pensare che all’arrivo della squadra Russa era presente un manipolo di poliziotti polacchi, che naturalmente stanno dalla parte dell’Ukraina.

Oggi è arrivato anche Maurice Green, ormai consolidato giornalista per Eurosport, che ha gentilmente declinato le nostre proposte di aiuto per spendere qualcuno dei suoi potenti dollari in taxi.

Mi è dispiaciuto non esserci all’arrivo della leggenda Sebastian Coe. Purtroppo sono dovuto andare via poco prima del suo arrivo. Peccato, volevo controllare se aveva veramente la camminata da Sir.

Oggi c’è stato uno sbalzo nella quantità di lavoro così grande che nemmeno la differenza di temperatura quando apro la finestra nella stanza dove sto dormendo (vi dico solo che fuori si è sotto zero e io sono a mezzamanica).

Dopo due giorni di nullafacenza sono stato investito da uno tzunami chiamato “Arrivi”. Stamattina alle 8 infatti sono stato eletto ponte tra l’ufficio del settore trasporti e i volontari delegati all’accoglienza all’aeroporto di Danzica di tutte le persone coinvolte nei campionati che stanno arrivando a fiumi in questi giorni.

Potete immaginare come sia difficile indirizzare atleti, tecnici e accessori sull’autobus giusto quando atterrano 3 aerei nell’arco di 10 min e tre persone contemporaneamente cercano di attirare la tua attenzione per chiederti informazioni. La parte peggiore è non ha un secondo per riorganizzarti perchè ci sono arrivi in continuazione e devi sempre avere sott’occhio il numero di macchine a disposizione, stressantissimo.

Ma non voglio fare quello che si lamenta sempre. In fin dei conti mi è piaciuto molto questo lavoro perchè spingeva al limite la capacità di pianificazione, visione d’insieme, ottimizzazione dei problemi, ma soprattutto gestione di persone che difficilmente ti stanno a sentire e che vogliono avere ragione (alcuni venivano da 24 ore di viaggio, come biasimarli). E in più finalmente non sono stato da solo, anche se non ho avuto molto tempo per chiacchierare.

Domani sveglia di nuovo presto visto che mi hanno confermato questo compito, ma non mi dispiace affatto. Era proprio questo che cercavo da un Mondiale!

Nei giorni passati ho indicato la cosa bella della giornata, non per volontà ma perché c’è stato effettivamente sempre qualcosa che in qualche modo mi ha strappato un sorriso. Meno che mai posso sottrarmi stavolta.

Quando il mio turno era in dirittura d’arrivo, cioè poco fa, si è presentato all’arrivo un vecchietto sulla sedia a rotelle presentatosi come il manager di alcuni atleti dell’Oceania e che aveva bisogno di raggiungerli. Non è passato mezzo secondo che ha preso subito confidenza con i ragazzi che cercavano di aiutarlo, così mi sono incuriosito e mi sono avvicinato per provare a dare una mano. Sono stato subito catturato dalla personalità di questo simpatico vecchietto, un pozzo senza fondo di esperienza che come ogni nonno che si rispetti ha iniziato a raccontare la sua storia e dei suoi viaggi in Oceania, passando per la geografia e la teoria delle placche. Per fortuna sono andato via dall’areoporto nella sua stessa macchina così ho potuto parlare ancora con lui. E’ stata assolutamente l’ora più bella della giornata, pendevo dalle sue labbra e non riuscivo a fare a meno di continuargli a fare domande. Mi sono sentito di nuovo bambino.

Che stolto che sono stato quando ho pensato che non mi sarei potuto annoiare più di ieri!

Aveva ragione Murphy dicendo che se una cosa ha possibilità di andare peggio sicuramente lo farà, altro che leggi fatte solo per ridere.

Se ieri pomeriggio almeno avevo trovato qualcosa da fare nella sala stampa oggi invece anche lì erano nelle stesse mie condizioni, seduti dietro il bancone dell’info point a fissare il vuoto. Però loro almeno possono chiacchierare! Io invece sono l’unico scemo del settore trasporti che è stato chiamato prima del dovuto per fare non si sa cosa.

Quindi ho ripiegato anche stavolta sullo studio, alternando le slides di Impianti Nucleari I al Tedesco (grazie Duolingo!).

L’altro brutto colpo è arrivato dalla divisa. Di tutte le cose che sono nel kit solo le scarpe sono della misura giusta (che tra l’altro non userò mai in quanto orrende), di conseguenza sembrerò un rapper senza catenaccio al collo.

Ma come in tutte le favole c’è sempre un lieto fine. La bella notizia della giornata è che ho scoperto che al supermercato vendono i Twix a 1,65 Zwoty, ovvero 39 centesimi di euro. Non ho esitato un attimo e ho caricato lo zaino di dolciumi! Il conto è arrivato solo oggi a 10 Twix e 3 Mars, ma mi sa tanto che domani ci faccio di nuovo un salto…

Ogni anno quando mando la richiesta per fare il volontario a qualche campionato cerco sempre di farmi mettere in settori in cui sono stato, per imparare ogni volta cose nuove.

A dire la verità ci sono sempre riuscito, ma per qualche oscura ragione va a finire sempre che mi tocca fare anche il lavoro sporco della logistica oltre al mio, ovvero spostare cose. Il problema è che il numero di queste cose è sempre dell’ordine delle centinaia (a Barcellona credo di aver raggiunto anche il migliaio di bottigliette d’acqua).

Stavolta gli oggetti che hanno prosciugato le mie energie erano le welcome bags, delle bellissime borse Adidas riservate ai rappresentanti delle varie delegazioni nazionali e ai giornalisti. Ma come si dice da noi, si vede ma non si tocca, o meglio, si sposta ma non si prende. Non è bastato caricare due furgoncini con tutti gli scatoloni, scaricarli all’albergo dove alloggia la delegazione IAAF  e metterli in ordine in un armadio per commuovere le due leader che tenevano d’occhio noi poveri schiavi affinché ce ne lasciassero una.

Il motivo per cui mi ero recato alla Ergo Arena però era un addestramento sulla sicurezza durante i campionati, con annesso giro turistico per individuare tutte le uscite di emergenza.

Appena ho messo piede all’interno del palazzetto ho subito notato la grandiosità della struttura. Nonostante Sopot sia una piccolissima cittadina può vantare un gioiellino del genere che ospita ogni anno un sacco di importanti eventi, tra i quali per esempio i prossimi Campionati del Mondo Maschili di Pallavolo.

Se oggi però ho lavorato solo mezza giornata da domani si inizia a fare sul serio. Appuntamento alle 8 all’Arena per incontrare il mio responsabile e cercare di capire cosa dovrò fare durante i campionati.